Oggi Marc Zuckerberg, ha annunciato l’imminente arrivo di Facebook Shops. Le piccole aziende potranno vendere direttamente con Facebook, Instagram e prossimamente anche con Messenger e WhatsApp.
Questo significa che sta per iniziare concretamente l’era del social commerce. Una nuova fase che, non a caso, inizierà proprio in un momento delicato come questo, dove alcune aziende rischiano di chiudere i loro negozi fisici e molte altre sono interessate ad aprirne di virtuali, allettati dalle opportunità (e necessità) di vendita on line.
https://www.facebook.com/zuck/videos/10111929914173161/
La scelta del periodo di lancio non è infatti casuale.
I dati parlano chiaro: le vendite on line nei periodi di lockdown sono aumentati in tutto il mondo, in alcuni casi e per alcuni settori addirittura le vendite sono decuplicate.
Ad esempio, in Italia il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online è passato da un 81,0% nell’ultima settimana di febbraio ad un +162,1% nell’ultima di marzo (Dati Nielsen).
Il 77% delle aziende che vende online nei diversi settori ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti, (a dimostrazione che la crisi ha portato diversi consumatori ad avvicinarsi per la prima volta agli acquisti online). (Indagine Netcomm)
Insomma il lockdown ha cambiato le abitudini dei consumatori e gli eCommerce sono esplosi. Un momento propizio per lanciare Facebook Shops e per iniziare l’assedio ad Amazon.
Ma come si presenterà l’eco-sistema di vendita on line di Paolo Alto?
Secondo le parole di Zuckerberg sarà un luogo dove i consumatori potranno sperimentare la gioia dello shopping e acquistare ciò che realmente desiderano. Nuove, veloci e semplici esperienze di acquisto. Allo stesso tempo, grazie a questi nuovi strumenti, le aziende potranno connettersi facilmente con i clienti.
Le persone potranno trovare i Facebook Shops sulla pagina Facebook o sul profilo Instagram di un’azienda o scoprirli attraverso storie o annunci. Da lì, potranno sfogliare cataloghi e categorie di prodotti, salvare quelli che gli interessano ed effettuare un ordine sul sito web dell’azienda ma anche evitare di uscire dall’app di facebook se l’azienda ha attivato la modalità checkout.
I venditori potranno costruire il loro negozio gratuitamente e portare la propria attività online. Potranno caricare i prodotti che desiderano presentare dal proprio catalogo e personalizzare l’aspetto del loro negozio con un’immagine di copertina e i colori del proprio brand.
Ma anche per Instagram saranno implementate le funzionalità legate allo shopping. E poi su IG l’esperienza di acquisto diventerà immersiva e sempre più Live. Presto i venditori potranno taggare i prodotti dal loro negozio o catalogo Facebook prima di andare in diretta e questi prodotti verranno mostrati nella parte inferiore del video in modo che le persone possano facilmente toccare per saperne di più e acquistare.
Puntare sulla customer experience, con la personalizzazione dei servizi e la velocizzazione di molti processi, potrà essere il vero punto di forza di Facebook Shops. Un vero plus, che già oggi rappresenterebbe un gran bel vantaggio competitivo nei confronti di altri player, Amazon in primis.
E proprio come quando sei in un negozio fisico e hai bisogno di chiedere aiuto a qualcuno, in Facebook Shops (al contrario di altri shop on line) potrai inviare messaggi all’azienda tramite WhatsApp, Messenger o Instagram Direct e porre domande, ottenere supporto, tenere traccia delle consegne e altro ancora (e con tutto rispetto di ZenDesk e similari qui parliamo delle piattaforme di Instant Messaging più diffuse al mondo).
Ma da Palo Alto promettono ben altro: nel prossimo futuro l’eco-sistema di casa Zuckerberg permetterà di fare acquisti direttamente in una chat in WhatsApp, Messenger o Instagram Direct (anche perché – ed è utile ribadirlo – già adesso il 71% delle connessioni quotidiane avviene da device mobile).
E poi ci sarebbe ancora: come la possibilità per i venditori di attivare in Facebook Shops programmi fedeltà a mò dei cari e vecchi “punti fragola“. E le collaborazioni (e le integrazioni) con partner tecnici del mondo dell’eCommerce come Shopify, Woocommerce, BigCommerce.
Ma arrivando a tirare le somme di questo lungo articolo c’è da dire che si aprirà sicuramente una nuova fase del commercio in generale e del commercio elettronico in particolare. Questo significa anche che la sfida tra Facebook e Amazon sta entrando nel vivo (e forse è già iniziata da tempo) con Zuckerberg che pone sotto assedio il colosso delle vendite on line di Jeff Bezos.
Zuckerberg controlla utenti e conversazioni. L’ecosistema Facebook – con incluso anche Instagram, Messenger e WhatsApp – ha superato oramai i 3 miliardi di utenti mensili, e ogni giorno 2,3 miliardi di persone usano almeno una di queste piattaforme.
Bezos controlla lo shopping online ed è artefice di una crescita vertiginosa: la sua Amazon, che quota 1.140 miliardi di dollari, nel primo trimestre 2020 ha fatturato ben 72,49 miliardi di dollari.
Facebook vuole giocare la partita in casa, sul proprio terreno di gioco. Difatti sta costruendo il più grande centro commerciale mai conosciuto in un luogo già popolato da milioni di persone che cercherà sempre più di trattenere all’interno del proprio eco-sistema.
Zuckerberg punta sulla semplicità e la gratuità di utilizzo, sull’interattività e sulla customer experience. Bezos sull’assortimento, sulla logistica e su consegne sempre più veloci. Inoltre è in condizione dominante e detta le regole.
Entrambi ricercano, sperimentano, investono e innovano. Ma oggi i consumatori cercano sempre più fiducia e trasparenza oltre che convergenza delle possibilità di fare shopping.
Chissà, forse la sfida potrà vincerla chi riuscirà ad umanizzare la tecnologia (come sostiene Stefano Cini su Nielsen.com), ovvero chi riuscirà a ripensare l’online-offline come un’esperienza fluida, ibrida, multicanale, umana e non come una contrapposizione fra due sfere differenti.
Sarà realmente così? Cosa succederà? Ci lasciamo con questi interrogativi e con la speranza che, in ogni caso, questi strumenti possano essere una reale opportunità ed aiutare le aziende di ogni dimensione a prepararsi per il futuro.